Fare la scarpetta: un piccolo peccato di gola tutto italiano!

26. 2. 2025 ⋅ Lidia

Se siete mai stati a cena con degli italiani o avete visitato un ristorante in Italia, forse avrete notato questa scena: un commensale prende un pezzo di pane e, con aria soddisfatta, lo trascina lungo il piatto raccogliendo fino all’ultima goccia di salsa. Questo gesto si chiama “fare la scarpetta” ed è una delle abitudini più gustose (e dibattute) della cucina italiana!

Per giustificare questa usanza, in Italia infatti c’è chi dice che “il condimento non è per il piatto!”.

Cosa significa “fare la scarpetta”?

L’espressione indica l’atto di ripulire il piatto con il pane, raccogliendo la salsa rimasta dopo aver mangiato un buon piatto di pasta, uno stufato o un arrosto. È un modo per non sprecare nulla e, allo stesso tempo, godersi ogni sapore fino in fondo. Ma attenzione: non tutti i contesti sociali vedono questa pratica di buon occhio!

L’origine esatta del termine non è chiara, esistono diverse teorie a riguardo: si pensa che il nome “scarpetta” si riferisca alla forma che assume il pane quando viene usato per raccogliere il sugo: una sorta di piccola scarpa che “cammina” nel piatto.

Una seconda interpretazione, invece dice che, un po’ come fa una scarpa per strada, il pane della scarpetta prende tutto ciò che c’è nel piatto.

Una terza teoria sostiene che la parola “scarpetta” potrebbe derivare da “scarsetta” e cioè dalla fame di chi è così povero che, quando trova da mangiare, non lascia niente nel piatto.

La pratica della scarpetta è documentata fin dal Rinascimento. Persino Erasmo da Rotterdam, nel suo trattato di buone maniere ed educazione dei bambini, “De Civilitate Morum Puerilium” (1530), ne parla senza considerarla scorretta. Tuttavia, nel 1672, il francese Antoine de Courtin la descrisse come un’abitudine da contadini, poco raffinata e non adatta alle buone maniere a tavola. La scarpetta compare anche in libri e giornali storici di fine ’800 di alcune regioni del centro Italia come Abruzzo e Lazio.

Anche gli scienziati si sono interessati al tema, tanto da chiedersi quale sia il pane migliore per fare la scarpetta: secondo una ricerca dell’università di Bristol (riporatata dalla BBC), il migliore pane in assoluto è la ciabatta perché trattiene il 120% in più del sugo rispetto agli altri tipi.

Il galateo: scarpetta sì o scarpetta no?

Il tema della scarpetta è alquanto dibattuto perché secondo il galateo è un piacere più casalingo che pubblico.

Oggi, fare la scarpetta è una pratica accettata nelle cene informali, in famiglia o tra amici, e persino in molti ristoranti, specialmente quelli più tradizionali. Tuttavia, nelle situazioni più formali, come cene di lavoro o eventi eleganti, il galateo impone delle regole precise: se proprio non si può resistere, si può fare la scarpetta solo con la forchetta, mai con le mani! E ancora, è considerato accettabile solo nei contesti informali, mentre in un ristorante di lusso potrebbe essere visto come un gesto poco elegante.

Negli anni, il senso della scarpetta è cambiato: durante la Seconda Guerra Mondiale e il periodo del dopoguerra, fare la scarpetta divenne un gesto quasi “sacro”: sprecare cibo non era concepibile e raccogliere ogni goccia di sugo era un segno di rispetto e gratitudine per ciò che si aveva a disposizione.

Oggi la scarpetta rimane una piccola trasgressione a cui pochi italiani riescono a rinunciare: il pane a tavola raramente manca e non c’è modo migliore per finire un pasto. Del resto, come si fa a resistere alle salse della nonna o della mamma? Chi se ne frega se è un gesto poco appropriato e elegante, la scarpetta è il miglior modo per ringraziare chi ha cucinato e dimostrare che abbiamo apprezzato moltissimo.

E in Repubblica Ceca? Anche voi potreste intingere i vostri knedlíky per raccogliere tutta la salsa cremosa della svíčková, ma per essere una vera scarpetta dovreste farlo con il pane e assolutamente con le mani!

Se lo farete davanti a degli italiani, state sicuri che nessuno vi giudicherà… ma forse la vostra nonna ceca potreste avere da ridire!